Gli Asset intangibili sono una risorsa per le aziende.
Le risorse più preziose per una PMI spesso non si vedono. Sono garanzia di competitività e sinonimo di innovazione ma a occhio nudo sono difficili da identificare. Si tratta degli asset intangibili, il patrimonio più rilevante per le aziende che si trovano a operare in un mercato sempre più globale e digitale. Nello scenario caratterizzato dall’affermarsi dei modelli proprio dell’industria 4.0 tutelare queste risorse, che spaziano dal know-how aziendale alle licenze commerciali, fino alla proprietà intellettuale e ai brevetti, è quanto mai opportuno e doveroso.
Gli asset intangibili, o beni immateriali, sono beni privi di consistenza fisica, acquisiti o sviluppati internamente sostenendo costi identificabili. Si tratta di beni capaci di trasformarsi in fonte di probabili benefici economici futuri. Hanno un proprio valore di mercato e in questa categoria rientrano elementi di diversa natura.
Basti pensare che in questa macro-categoria è possibile inserire i diversi tipi di know-how presenti in azienda, i database della conoscenza o quelli clienti, le procedure operative e i sistemi informativi per la gestione, i sistemi di certificazione della qualità.
Rientrano tra gli asset intangibili anche le licenze commerciali, gli strumenti e i metodi per la distribuzione della conoscenza, le licenze d’uso, le licenze commerciali. L’elenco potrebbe continuare ancora a lungo ma tra gli aspetti più rilevanti da segnalare ci sono quelli che fanno riferimento alla proprietà intellettuale e alla sua tutela attraverso i brevetti.
Più in generale, però, è bene ricordare che con asset intangibili non ci si limita a descrivere l’insieme di beni immateriali di un’azienda ma si fa riferimento, in modo più ampio, a una serie di risorse difficilmente traducibili in termini finanziari, a causa della mancanza di criteri standardizzati per una loro valutazione monetaria.
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Passa da qui la valorizzazione dell’impresa
È facile quindi, comprendere perché tutelarli. Sono proprio questi aspetti a fare la differenza sul mercato in termini di competitività e portata innovativa. La valorizzazione di una impresa non può prescindere dalla giusta tutela di questi asset.
Sono sempre più numerose le aziende impegnate nello sviluppo di strumenti in grado di definire, gestire, monitorare, valutare e comunicare l’importanza assunta da questi elementi nel processo di creazione di valore. La necessità di interpretare l’andamento del rapporto book to market e di valutare in termini non soltanto economico-finanziari la crescente rilevanza degli asset intangibili, ha suscitato l’interesse delle principali istituzioni economiche internazionali in merito alla regolamentazione della materia.
Come si misurano gli Asset intangibili?
In realtà, è davvero complesso definire uno standard di misurazione unico per gli asset intangibili. È fondamentale comprendere i limiti dei tradizionali criteri economico-finanziari usati per gli asset tangibili, e arricchirli con indicatori di performance capaci di monitorare, qualificare e quantificare l’apporto degli intangibili nel potenziale d’innovazione, di crescita, di efficienza e di solidità di un’impresa. Tra le metodologie più utilizzate c’è il ricorso al doppio bilancio, con il Bilancio del Capitale Intellettuale o il Bilancio del Capitale Sociale che vanno ad affiancarsi al conto economico annuale. È un primo passo importante nella direzione della tutela degli asset intangibili, perché aiuta l’impresa a mappare le proprie risorse, assumendone una maggiore consapevolezza.
Un patrimonio sommerso da tutelare
Troppo spesso, infatti, le imprese, soprattutto quelle di piccole e medie dimensioni, non hanno consapevolezza né della presenza di questi beni in azienda né del loro valore. Partire da una sorta di censimento può essere un primo passo importante nella direzione della tutela. Le aziende che raggiungono i risultati migliori in termini di successo, secondo studi recenti, sono proprio quelle che sfruttano al meglio le proprie risorse intangibili: i beni immateriali – quali marchi, brevetti, diritti d’autore, ma anche la reputation aziendale, il “saper fare” dei propri dipendenti – rappresentano almeno l’80% del valore dell’intera azienda.
La tutela dei beni immateriali però, continua a essere caratterizzata da un approccio improvvisato, contraddistinta dalla difesa fisica dell’azienda e dal ricorso a strumenti di controllo che spesso si dimostrano poco adatti alla tutela di questi asset, come il proliferare di regolamento e check list da seguire da parte dei dipendenti. Una trasformazione è auspicabile ed è già stata ipotizzata con il Piano nazionale impresa 4.0 del Ministero dello Sviluppo Economico in tema di Automazione, digitalizzazione e globalizzazione, finalizzato alla produzione industriale automatizzata e interconnessa. Qui, infatti, l’impresa assume le caratteristiche di una “smart factory”, nella quale l’uso delle tecnologie digitali permette di monitorare i processi fisici e assumere decisioni decentralizzate, basate su meccanismi di auto organizzazione, orientati alla gestione efficiente delle risorse, alla flessibilità, alla produttività e alla competitività del prodotto, che generano fruttuose sinergie tra produzione e servizi.
Il credito di imposta per gli investimenti in asset intangibili 4.0
A sottolineare la rilevanza di questi strumenti per la vita di un’impresa è anche la decisione governativa di incentivarne il ricorso attraverso un credito d’imposta ad hoc, con un beneficio pari al 20% dell’investimento nel limite di costo massimo di 1 milione di euro. È compreso l’acquisto di:
- software,
- system integration,
- piattaforme e applicazioni per la progettazione e la modellazione 3D,
- l’archiviazione digitale e integrata nel sistema informativo aziendale delle informazioni relative al ciclo di vita del prodotto.
Il credito di imposta per beni immateriali può essere riconosciuto in caso di spese relative a: soluzioni cloud, Big Data e Analytics, Visualization, Simulation e Forecasting, applicazioni di realtà virtuale, sistemi per la gestione della realtà aumentata tramite wearable devices, soluzioni che includono il Machine Learning e l’intelligenza artificiale, cyber-security.
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