L’emergenza sanitaria del Coronavirus, Covid-19, sta disegnando nuovi scenari e delineando nuovi percorsi per le imprese italiane. L’innovazione tecnologica, gli strumenti digitali e l’adozione di tecnologia capaci di valorizzare le opportunità della X-Reality si impongono come una necessità in quello che sarà lo scenario post-covid per le aziende italiane. In gioco non c’è più solo la competitività aziendale, ma la sopravvivenza della aziende stesse. Distanziamento sociale e misure di sicurezza saranno le priorità con cui imparare a convivere.
Confindustria e la seconda indagine su imprese e Coronavirus
Ma qual è, oggi, il sentiment delle imprese?A questa domanda prova a rispondere la seconda Indagine sugli effetti del Covid-19 per le imprese italiane, promossa da Confindustria.
L’obiettivo del questionario sottoposto alle aziende è quello di indagare gli effetti della pandemia da Covid-19 sulle attività delle imprese italiane e dare voce ai protagonisti del tessuto economico.
Il ritratto che emerge dall’analisi delle risposte delle 4.420 imprese coinvolte non è certo positivo. Ecco i risultati dell’Indagine sugli effetti del Covid-19 per le imprese italiane in pillole. Per scaricare il report completo clicca qui.
- Aumenta, rispetto all’analisi del mese precedente, la percentuale di imprese con percezione negativa degli impatti (97,2% vs 67,2%).
- Aumenta la quota di imprese che ha subito danni molto gravi (43,7% vs 14,4%).
- Il 36,5% del campione, dopo l’emanazione dei DPCM del 22 e del 25 marzo, ha dovuto chiudere l’attività, il 33,8% l’ha chiusa parzialmente.
- Il 26,4% dei dipendenti è in smart working, il 43,0% inattivo. Il 53,1% dei lavoratori, inoltre, potrebbe dover ricorrere ad ammortizzatori sociali.
- Rispetto a marzo 2019, il fatturato cala del 32,6% e le ore lavorate del 32,5% delle ore lavorate. Nelle imprese con meno di 10 dipendenti i dati toccano rispettivamente il 39,7% e il 37,3%.
- Per l’84,5% del campione i problemi sono legati al rallentamento della domanda nel mercato domestico e nel mercato internazionale.
- Il 59,3% segnala problematiche relative alla gestione delle attività.
- Il 78,2% degli imprenditori dichiara di sentirsi disarmato e di non poter che attendere il ritorno alla normalità.
Ecco come le aziende possono prepararsi al ritorno alle attività.
In questo scenario così complesso si delineano le direttive per affrontare la fase del post-covid e molte Imprese hanno scelto di cogliere l’opportunità del momento, valutando piani di finanziamento e investimento basati sulle misure del D.L. Cura Italia.
La riconversione aziendale, il ripensamento di spazi e procedure, la digitalizzazione dei processi e l’introduzione di modelli innovativi di business con tecnologie per l’industria 4.0 sono alcune delle azioni che possono traghettare le aziende oltre la crisi e offrire una vera opportunità di crescite e miglioramento negli scenari post-covid.
Un incentivo importante, dunque, per proseguire le attività e cogliere l’occasione di innovare la propria azienda.
Tuttavia non sempre è facile orientarsi in una tale prospettiva. Ecco perché una consulenza mirata può aiutare le imprese ad accedere agli incentivi presentati dal decreto Cura Italia e Liquidità e a organizzare un piano di investimenti basato su una reale valutazione dei bisogni e dei costi. Abbiamo attivato un numero verde per offrire ai nostri clienti, e non solo, una prima consulenza gratuita per valutare le opportunità migliori del momento e rispondere in mode efficace alla crisi post-covid. ACCEDI ALLA CONSULENZA GRATUITA. ]Non tutte le aziende hanno potuto ridisegnare in corsa i propri modelli produttivi, dovranno, tuttavia, una volta passata la fase di emergenza, fare i conti con nuovi strumenti, nuovi percorsi e nuovi piani. Nulla, infatti, sarà più come prima per il tessuto produttivo italiano. Non si tratta di uno slogan semplice, ma di quei segni tangibili lasciati dal lockdown e dalle misure imposte dalla diffusione del virus.
Oltre la fase 2: gli scenari post-covid.
Si è a lungo discusso della “fase 2”, ma per ridisegnare i propri piani imprenditoriali è fondamentale guardare oltre. Le prime, timide aperture del 27 aprile, seguite da quelle del 4 maggio, hanno in parte proiettato le aziende verso gli scenari post-covid. Ma L’obiettivo è quello di una nuova quotidianità, anche per le imprese. Produrre, progettare, vendere, come sempre, ma con strumenti diversi. Il periodo di convivenza con il Covid-19, con il quale dovremo presto fare i conti, deve spronare le aziende a ristrutturarsi per affrontare, con fiducia, il nuovo orizzonte che si aprirà con il passare della fase 2.
Dalla sanificazione allo smart working: cosa cambia nel post-covid.
La prima trasformazione importante riguarda, per aziende, studi e attività commerciale, le norme sulla sicurezza. Fondamentale sarà il ricorso alla sanificazione degli ambienti e delle attrezzature, tanto che anche per questa attività sono stati previsti incentivi ad hoc.
Sarà necessario intervenire, solo per fare qualche esempio, su:
- Orari di ingresso e uscita dei dipendenti.
- La condivisione degli spazi comuni e degli ascensori, oltre che delle aree di carico e scarico ove presenti.
- La gestione degli spazi di lavoro e delle attrezzature condivise, come le stampanti.
- L’adozione di dispositivi di protezione individuali conformi alle disposizioni delle autorità scientifiche e sanitarie.
- I sistemi di ventilazione
- L’opportunità di convocare riunioni, da sostituire preferibilmente con modalità telematiche.
- La necessità di incrementare la sorveglianza sanitaria negli ambienti di lavoro.
- La possibilità di adottare lo smart working come modalità lavorativa stabile (anche solo per alcuni giorni alla settimana).
Un contributo importante, però, per rispondere a queste nuove esigenze e ridurre e decentralizzare la condivisione di ambienti e strumentazioni, arriva dall’innovazione tecnologica.
È il caso delle tecnologie basate sulla X-Reality, che consentono di ricostruire ambienti solo apparentemente condivisi. Le potenzialità di queste nuove tecnologie sono ormai evidenti e la strada per la nuova impresa, passa certamente da una loro valorizzazione non più soltanto in ambito 4.0.