Ricerca e Sviluppo in azienda: da ricchezza inconsapevole a leva di crescita.
Sono ancora troppe le piccole e medie imprese che considerano l’innovazione e le attività di ricerca e sviluppo percorsi complessi, riservate alle grandi imprese. Così come è ancora elevato il numero delle realtà aziendali più piccole che portano avanti processi di ricerca o di innovazione in modo quasi inconsapevole, sottovalutando uno dei principali elementi di valore aggiunto del proprio processo produttivo.
Ricerca e sviluppo (R&S o R&D Reseach & Development) e innovazione sono, in realtà, le principali alleate delle imprese di ogni dimensione e attive in qualsiasi ambito produttivo. Sono le leve per la competitività e per il successo del business ed è fondamentale imparare a riconoscerle e assumerne la consapevolezza.
Ricerca & Sviluppo e Innovazione: differenza
Innovare è la stessa cosa dell’avviare processi di ricerca e sviluppo? Assolutamente no, ma entrambe le strade possono rispondere in modo ottimale alle esigenze di una impresa che punta a consolidare il proprio posizionamento sul mercato e si prepara a guardare al futuro con ottimismo, spingendo l’acceleratore nella direzione della crescita.
Un’impresa che innova riesce a trovare risposta alle proprie criticità avvalendosi di soluzioni già presenti sul mercato. Un’azienda che sceglie di avviare un processo di ricerca e sviluppo, invece, non è riuscita a trovare soluzioni già disponibili alle proprie necessità e ha indirizzato i propri sforzi in questa direzione, provando a dare vita in house a nuove modalità di produrre, offrire servizi, presentare prodotti.
Ricerca e sviluppo, da dove può iniziare una PMI?
Come avviare attività di ricerca e sviluppo? Come sapere se sono necessarie e in alternativa come innovare? Partendo da una mappatura dei propri bisogni e ancor prima da una fotografia della propria realtà produttiva.
Il nostro metodo consiste nell’affiancare le aziende nel processo che le porta dalla consapevolezza del contesto in cui operano all’eventuale adozione di strumenti capaci di sostenere i processi di rinnovamento, come gli sgravi fiscali previsti a sostegno dei processi di digitalizzazione, che vanno nella direzione dell’innovazione, o per la ricerca e sviluppo, legate invece all’opportunità di realizzare nuove idee, soluzioni o prodotti direttamente in casa.
Scopri di più sui nostri servizi di Innovation Management.
Il ventaglio di possibilità a portata di PMI, infatti, è molto ampio e contribuisce a sostenere sia i processi di innovazioni che quelli finalizzati all’avvio di attività di ricerca e sviluppo.
Avviare un progetto di Ricerca e Sviluppo
L’innovazione è vitale per le imprese di ogni dimensione e implementare la tua organizzazione prevedendo una divisione legata alle attività di ricerca e sviluppo potrebbe essere meno difficile di quello che pensi e soprattutto molto più vantaggioso.
Ecco una breve Introduzione alla Ricerca e Sviluppo Azienda in cui troverai: Fasi, Modelli, Fugure professionali e risorse e incentivi per avviare un progetto di Ricerca e Sviluppo.
Scaricala subito la nostra Introduzione alla Ricerca e Sviluppo in Azienda.
Cosa facciamo per le aziende che vogliono intraprendere un percorso di Ricerca & Sviluppo?
Il nostro intervento non si limita a indicare all’impresa quali strumenti potrebbero aiutarla a ridurre i costi. Si tratta di un processo di affiancamento a 360°, che guida le piccole e medie imprese in un percorso di assunzione di consapevolezza del proprio valore aggiunto, delle proprie potenzialità, ma anche del mercato in cui operano e delle opportunità a lungo sottovalutate. L’apertura a nuovi target o nuovi business, che passano per nuovi canali di vendita e nuovi modelli produttivi, possono ampliare il raggio d’azione di aziende troppo spesso spinte a chiudersi in se stesse proprio dalle dimensioni ridotte. Il piccolo viene percepito come una minaccia, la concorrenza sembra spietata: ma non è così.
Attraverso il ricorso a un algoritmo predittivo, Eureso, la consulenza svolta dagli ingegneri gestionali e informatici del nostro team traccia un elenco dei potenziali benefici a cui la piccola e media impresa potrebbe accedere, un primo passo per una mappatura completa del cliente: l’obiettivo è capire se in quello che ha fatto, sta facendo e farà siano o meno presenti i criteri per accedere a forme agevolative, in particolare quelle legate ai temi di ricerca e sviluppo e innovazione.
L’approccio utilizzato parte dall’analisi del cliente per poi tradursi in un piano di azione basato su una nuova idea della finanza, che diventa elemento strutturale per la crescita. L’obiettivo è quello di creare una rete di strumenti interconnessi, con il proposito di realizzare una solida base su cui far poggiare lo sviluppo aziendale. In questo processo è fondamentale alternare il ricorso ad approcci diversi: deduttivo nella fase di conoscenza (in questo momento vengono presentate alla PMI le agevolazioni previste per quanto fatto fino a quel momento) e induttivo successivamente (qui, invece, è l’esperienza dei consulenti a guidare l’impresa verso la scoperta e l’adozione di nuovi modelli produttivi, partendo proprio dalla consapevolezza del proprio stato dell’arte). Il segreto è andare oltre le agevolazioni fini a se stesse, ma utilizzare le competenze ingegneristiche per avvicinare le aziende a un nuovo modo di lavorare, basato proprio su nuovi strumenti ma anche su nuovi approcci.
Quel che unisce le realtà produttive appartenenti a un qualsiasi codice Ateco, infatti, è la presenza di un processo produttivo: è proprio qui che una attività di consulenza capillare può sostenere l’impresa nell’ottimizzazione di questa fase, con effetti benefici sui tempi e sui costi.
Alla fase di scouting degli strumenti di finanza agevolata che possono costruire la rete su misura per le singole imprese, segue il mapping della catena del valore di processi produttivi e servizi. Si avvia così un’analisi dettagliata che segue tutte le fasi di vita della lavorazione, incluse le procedure che interessano l’amministrazione o la parte degli ordini e degli acquisti. Questo processo porta in evidenze le minacce e le opportunità per una ulteriore crescita.
Tutte le aziende hanno l’obiettivo di fatturare di più ma spesso non sanno porsi le giuste domande: qual è il mercato di riferimento? Una maggiore produzione può essere sostenuta dall’attuale assetto imprenditoriale? I canali di vendita digitali possono essere un sostegno?
La maggior parte delle PMI non ha un main customer di riferimento ma si rivolge a un mercato frastagliato, altre invece si limitano a vendere solo alla grande impresa. Difficile imbattersi in realtà che hanno saputo diversificare il proprio mercato di riferimento, con impatto positivo sui rischi e sui risultati. Alla consulenza spetta anche il compito di avviare potenziali collaborazioni tra le piccole realtà, illustrando le potenzialità del lavorare insieme, che non si limitano a una riduzione dei costi di produzione ma vanno a comprendere anche la possibilità di operare in mercati nuovi. Condividere un progetto, un’idea, un’occasione di crescita favorisce l’aggregazione e senza la quale le piccole realtà rischiano la chiusura. Per questa ragione il consulente ha il compito di aiutare l’azienda a comprendere e pianificare il proprio futuro e la propria strategia di crescita.
Innovazione sotto la lente
Oggi sempre più innovare coincide con digitalizzare. Lo scenario che viene fuori dall’analisi dell’Osservatorio Innovazione Digitale delle PMI del Politecnico di Milano riflette una consapevolezza importante da parte delle PMI del ruolo dell’innovazione digitale ma anche una forte disattenzione. Le innovazioni digitali sono necessarie per lo sviluppo del business: ne è consapevole l’88% degli imprenditori, ma solo il 26% ha raggiunto un livello di maturità tecnologica tale da consentire alle imprese di competere sui mercati internazionali. A preoccupare è la scarsa propensione all’innovazione. La reticenza nell’allocare investimenti in digitalizzazione riflette una visione imprenditoriale che guarda più al breve che al medio lungo termine, anche alla luce di elementi di freno, come i costi di acquisto dei servizi digitali percepiti come troppo elevati (27%), la mancanza di competenze e di cultura digitale nell’organizzazione (24%), lo scarso supporto da parte delle istituzioni (11% – è necessario segnalare però che il 68% degli imprenditori intervistati dal Polimi si è dimostrato non aggiornato sugli strumenti a sostegno dell’innovazione promossi dal Mise).
È fondamentale capovolgere questa situazione. L’innovazione non rappresenta solo una sfida per le imprese, tanto più per le piccole e medie. È una necessità. La scarsa conoscenza degli strumenti istituzionali, come il credito di imposta o i bonus a favore dei processi di digitalizzazione delle aziende, deve portare a una riflessione sulle capacità di dialogo con il mondo produttivo. Indispensabili diventano le azioni di consulenza, tanto più quando si avvalgono di strumenti sofisticati, come gli algoritmi, capaci di mappare la fame di innovazione delle imprese, nell’ottica dell’iper-personalizzazione.