L’Agenzia delle Entrate fornisce chiarimenti importanti in merito al Credito di imposta Ricerca e SviluppoCredito d’imposta Ricerca, Sviluppo, Innovazione, specificando che le aliquote introdotte dalla legge di bilancio 2021, maggiori rispetto agli anni precedenti, sono da considerarsi applicabili retroattivamente già ai crediti 2020. Si tratta di indicazioni ancora informali ai quesiti dei contribuenti, che aprono scenari di grande interesse per le Aziende.
Credito d’imposta Ricerca e Sviluppo, cos’è
Il Credito d’imposta Ricerca e Sviluppo nasce con l’obiettivo di stimolare la spesa privata in Ricerca, Sviluppo e Innovazione tecnologica al fine di favorire la competitività delle imprese. Pilastri delle attività sono i processi di transizione digitale, l’economia circolare e la sostenibilità ambientale.
I numeri dell’agevolazione
Il credito di imposta Ricerca e Sviluppo è tra le agevolazioni più interessanti per le imprese italiane. A dimostrarlo sono anche i numeri. Gli ultimi disponibili sono quelli relativi all’anno fiscale 2017: la misura ha sostenuto progetti di investimento per 8,6 miliardi di euro. Sono 233 le imprese con spese superiori a 3 milioni euro e 116 le imprese con spese superiori a 5 milioni euro.
Quali le dimensioni delle aziende che ne hanno fatto richiesta con successo?
Solo l’8% dei progetti riguarda le micro imprese, il 30% le piccole imprese, il 33% le medie imprese e il 30% le grandi imprese.
Nuove aliquote
La legge di Bilancio 2021 ha potenziato lo strumento, rivedendo al rialzo le aliquote del credito di imposta e facendo chiarezza su alcuni punti che hanno destato più di un dubbi negli anni precedenti.
In particolare, le aliquote si attestano al:
- 20% per ricerca industriale e sviluppo sperimentale fino a 4 milioni di euro. Erano al 12% con tetto a 3 milioni.
- 10% per innovazione tecnologica fino a 2 milioni di euro. Erano al 6% con tetto a 1,5 milioni.
- 15% per innovazione green o digitale fino a 2 milioni di euro. Erano al 10% con tetto a 1,5 milioni.
- 10% per design e ideazione estetica con massimale di 2 milioni di euro. Erano al 6% con tetto a 1,5 milioni.
Isole e Mezzogiorno cosa cambia
Come in precedenza, per le regioni meridionali e per le isole sono previste percentuali diverse. Le imprese presenti in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, infatti, per le sole attività di ricerca e sviluppo, relative anche al Coronavirus, possono beneficiare di aliquote peri al 25% se Grandi imprese, 35% se Medie imprese e 45% se Piccole imprese. Rientrano in queste percentuali anche le regioni colpite da sisma del Centro Italia: Lazio, Marche e Umbria.
Credito di imposta Ricerca e Sviluppo, le spese ammissibili
Quali sono le spese ammissibili per accedere a questa tipologia di credito di imposta? Quelle “volte all’acquisizione di nuove conoscenze, all’accrescimento di quelle esistenti e all’utilizzo di tali conoscenze per nuove applicazioni”. Secondo documentazione disponibile, possono accedere all’agevolazione le attività previste dalla Comunicazione della Commissione (2014/C 198/01) del 27 giugno 2014, relative, alla “ricerca fondamentale”, alla “ricerca industriale” e allo “sviluppo sperimentale”.
Il Mise, definendo le attività di ricerca e sviluppo, sottolinea la corrispondenza delle stesse al complesso di attività creative intraprese in modo sistematico con l’obiettivo di accrescere l’insieme delle conoscenze e di utilizzarle per nuove applicazioni: «nel mondo industriale, la novità può identificarsi attraverso il confronto con l’insieme di conoscenze già esistenti nello stesso settore».
Ma cosa si intende per nuove conoscenze?
Determinante diventa, quindi, il concetto di “novità”. Anche su questo aspetto arrivano chiarimenti non banali. L’accesso all’agevolazione, infatti, è consentito anche in presenza di conoscenze già note.
Il criterio di novità è da considerarsi soddisfatto anche se altre imprese stanno utilizzando conoscenze similari. La condizione imprescindibile? Il segreto aziendale. Il momento in cui le conoscenze devono risultare “non note”, quindi, coincide con la data di inizio delle attività di ricerca e sviluppo. Le attività svolte contemporaneamente, nello stesso ambito, scientifico o tecnologico da imprese concorrenti indipendenti possono essere considerate come beneficiare dello sgravio. A fare chiarezza sono stati i numerosi interventi dei funzionari del Ministero dello Sviluppo Economico.
Semplificando: le attività di ricerca e sviluppo, note nel settore di appartenenza dell’impresa, determinato dal relativo codice Ateco, ove coperte da segreto, vanno considerate ammissibili. La condizione per l’accesso è la loro capacità di perseguire un progresso o un avanzamento delle conoscenze o delle capacità generali in un campo scientifico o tecnologico, senza limitarsi al beneficio per una singola impresa. La condizione si considera realizzata anche nel caso dell’adattamento delle conoscenze o delle capacità relative a un campo della scienza o della tecnica al fine di realizzare un avanzamento in un altro campo in relazione al quale tale adattamento non sia facilmente deducibile o attuabile.
Vuoi accedere al credito d’Imposta Ricerca e Sviluppo?
Ci occuperemo di calcolare per te la percentuale di risparmio che puoi ottenere nel 2021 con questa agevolazione.
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