Green Economy, di cosa si tratta?
L’attenzione di tutti è sempre più concentrata sulla green economy, ma di cosa si tratta? In generale, quando si parla di questo fenomeno, si fa riferimento a un modello economico che non è unicamente interessato al guadagno e ai profitti, ma che si pone l’obiettivo di ridurre l’impatto sull’ambiente.
La Commissione Europea ha definito la green economy come:
Un’economia che genera crescita, crea lavoro e sradica la povertà, investendo e salvaguardando le risorse del capitale naturale da cui dipende la sopravvivenza del nostro pianeta.
Traguardi ambientali della Green Economy
Per definire sostenibili le attività economiche di un’impresa, esse devono rispettare determinati requisiti e raggiungere i traguardi stabiliti in ambito ambientale. Si dovrà, dunque, favorire almeno uno di questi obiettivi, senza, tuttavia, compromettere gli altri. Se, infatti, un’impresa ha un impatto negativo sull’ambiente in misura maggiore degli effetti positivi che è in grado di generare con gli accorgimenti green, questa non potrà comunque essere annoverata come sostenibile.
Bisogna aggiungere che le attività ecosostenibili non si limitano unicamente a salvaguardare l’ambiente, ma spesso di distinguono anche per la loro attenzione a valori quali: l’inclusività, l’uguaglianza, il rispetto dei diritti umani e la tutela dei lavoratori.
Vediamo insieme quali sono gli obiettivi ambientali:
- Riduzione delle emissioni di gas serra.
- Adeguarsi ai cambiamenti climatici: evitare effetti negativi del clima.
- Puntare a un utilizzo sostenibile delle acque e salvaguardarle.
- Cambiare sulla base del modello dell’economia circolare.
- Anticipare e contenere l’inquinamento.
- Difendere e favorire la biodiversità degli ecosistemi.
Il Recovery Plan: più di 68 miliardi per gli investimenti green.
Con il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), presentato dall’Italia in Commissione Europea nell’ambito del Recovery Plan, si punta alla riduzione delle emissioni, al miglioramento dell’efficienza energetica, al rimboschimento, al riciclo dei rifiuti, tutto nell’ottica di proteggere e conservare l’Italia, così da poterla consegnare migliore alla Next Generation.
Leggi anche: Recovery Plan: a che punto siamo?
Il governo Draghi ha stanziato per gli investimenti green ben 59,33 miliardi, a cui si aggiungono altri 9,3 miliardi del fondo complementare, per un totale di 68,6 miliardi sui 222,1 miliardi assicurati dal Recovery Plan. Ma vediamo le cifre nello specifico:
- 6,3 miliardi per progetti su “Impresa verde ed economia circolare”;
- 18,2 miliardi per “Transizione energetica e mobilità locale sostenibile”;
- 29,3 miliardi per “Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici”;
- 15 miliardi per “Tutela e valorizzazione del territorio e della risorsa idrica”;
Si parla di Rivoluzione verde e transizione ecologica che ha come obiettivo il 2050, data che l’Europa ha stabilito per completare il piano del Green Deal europeo.
Green Deal europeo, che cos’è?
Si tratta di una strategia di crescita, pensata per i prossimi 30 anni, che punta alla sostenibilità economica, nel tentativo di trasformare in opportunità quelle che sono le problematiche climatiche e le sfide ambientali.
In questo senso, le energie rinnovabili e le tecnologie pulite rappresentano un vantaggio economico e industriale enorme, dal momento che le tecnologie pulite si ripagano da sole, portando a un risparmio in termini di energia e risorse.
Le direzioni previste in questo senso sono diverse:
- incremento della rete di energie rinnovabili generate dal sole, dalle biomasse, dagli oceani, dal potenziale geotermico e dal vento;
- incentivi per i trasporti ecologici, prevedendo punti di ricarica per i veicoli elettrici e centraline di alimentazione a idrogeno;
- definizione di standard più efficienti per ogni tipo di apparecchio;
- riduzione del consumo energetico degli edifici, attraverso sistemi di riscaldamento, ventilazione e climatizzazione più efficienti;
- supporto nella modernizzazione dell’agricoltura, in modo che sfrutti sempre meno pesticidi;
- agevolazioni per il riciclo e la gestione dei rifiuti, perno fondamentale del modello di economia circolare necessaria per il futuro dell’economia mondiale.
Rapporto GreenItaly
Durante l’edizione 2020 del Rapporto GreenItaly, realizzato dalla Fondazione Symbola e dall’Unioncamere e nato con lo scopo di descrivere il ritratto dell’economia sostenibile nel nostro Paese, sono stati individuati numeri importanti per le aziende italiane: oltre 432.000 imprese dell’industria e dei servizi hanno investito in prodotti e tecnologie green negli ultimi 5 anni (2015-2019). Parliamo del 31,2% dell’imprenditoria extra-agricola, quasi un’impresa su tre. Altro dato rilevante riguarda la resilienza: le imprese impegnate nella green economy affrontano meglio i momenti di crisi, esportano maggiormente, innovano di più e hanno bilanci migliori.
Si riscontra, dunque, una crescita evidente, rispetto al quinquennio precedente, che vedeva impegnate nel green il 24% del totale delle imprese, ossia circa 345.000.
In particolare, nel settore manifatturiero le imprese sostenibili, oggi, sono più di una su tre, ben il 35,8%. Inoltre, nel 2019 si è registrato un picco di quasi 300.000 aziende che hanno deciso di investire in modo diretto nella sostenibilità e nell’efficienza.
Gli ambiti in cui le imprese investono maggiormente sono:
- efficienza energetica;
- fonti rinnovabili;
- minor uso di acqua e minor produzione di rifiuti;
- riduzione delle sostanze inquinanti;
- utilizzo delle materie seconde.
Vantaggi per le imprese green
Prima del Covid_19 le imprese seguivano un’economia lineare, altamente inquinante. Ogni azienda, al di là del settore di competenza, si concentrava esclusivamente su rendimenti finanziari. Oggi è cresciuta la consapevolezza del luogo in cui ci troviamo e della necessità di preservarlo. Per questo si punta sempre di più su un’economia circolare, sostenibile e molto competitiva. Imprenditori e consumatori sono sempre più attenti a queste tematiche nei propri investimenti, da una parte, e nei propri acquisti, dall’altra.
Gli investimenti sostenibili rappresentano per le imprese non solo un’opportunità, ma anche una vera e propria scelta strategica. Questo è confermato dai dati: il vantaggio competitivo delle imprese che investono in sostenibilità e digitalizzazione ha registrato un aumento dell’occupazione – il 9% delle green contro il 7% delle altre – e un incremento nell’export – ben il 16% contro il 12%. Questo è dovuto a una maggiore innovazione da parte delle aziende green, il 73% contro il 46%. Inoltre, si è registrato che il 16% delle imprese green ha chiuso il 2020 in attivo, contro il 9% delle imprese non green.
Si prevede, infatti, che tra il 2020 e il 2024 ci sarà una crescita del 38% dei posti di lavoro con competenze green.
Questi dati confermano che l’ecosostenibilità e la digitalizzazione stanno portando verso una vera e propria rivoluzione nel mondo del lavoro.
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Ci troviamo in un momento storico importante, le decisioni che si prenderanno adesso, influiranno in maniera decisiva sul futuro delle nostre imprese. Puntare su investimenti green rappresenta per ogni imprenditore una scelta non solo etica, ma anche strategica.
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