Il Credito d’imposta per beni strumentali è tra gli incentivi del Piano Transizione 4.0 che ha riscosso maggiore interesse, perché sostiene le imprese nell’acquisto di beni nuovi funzionali alla trasformazione digitale e all’innovazione. Molto spesso però non è chiaro come queste agevolazioni possono essere utilizzate. In questo post proviamo a presentare tre esempi di Credito d’imposta per beni strumentali.
Questa misura risponde a esigenze diverse e può essere utile a ogni tipo di azienda a prescindere dal settore.
Proviamo a fare qualche esempio di Credito d’imposta Beni stumentali:
Hai bisogno di rinnovare il tuo parco mezzi? Stai pensando di acquistare nuove tecnologie per accrescere la competitività della tua azienda? Sei pronto a rendere il tuo magazzino più funzionale ed efficiente grazie all’introduzione dei processi di automazione?
Eppure ci sono ancora ostacoli che frenano l’innovazione e la modernizzazione di molte PMI. Si tratta dei costi.
Con il Credito d’Imposta Beni Strumentali è possibile recuperare fino al 50% dell’investimento sostenuto per l’acquisto di beni strumentali e cumularlo con altre misure e incentivi.
Ora vediamo nel dettaglio tre pratici esempi di Credito d’imposta Beni strumentali e di come è possibile trarre vantaggio dall’acquisto di beni strumentali nuovi in alcuni settori.
- Esempio di Credito d’imposta per l’acquisto di Autocompattatori 4.0
- Esempio di Credito d’imposta per l’implementazione di tecnologie innovative
- Esempio di Credito d’imposta per la logistica e l’automazione del magazzino
Leggi anche: Beni strumentali: quali sono e come recuperare gli investimenti
Esempio n.1: Credito d’imposta per la gestione e smaltimento rifiuti
Gli autocompattatori rientrano tra i beni strumentali che possono essere agevolati.
Il primo esempio di Credito d’imposta per Beni Strumentali che esaminiamo è legato a un altro tema centrale per la crescita del paese e l’impiego dei fondi per la Ripresa e Resilienza del Paese: la sostenibilità.
La crescita sostenuta dell’attenzione posta ai temi della sostenibilità chiama le imprese a una maggiore responsabilità verso l’ambiente. Una sfida che coinvolge tutti, a partire dalle imprese che operano nel ciclo della gestione dei rifiuti.
Rinnovare il parco macchine con soluzioni 4.0 diventa, quindi, una necessità.
Credito d’imposta per l’acquisto di autocompattatori 4.0
Gli autocompattatori rientrano tra i mezzi di trasporto speciali ammessi a godere del Credito di imposta beni strumentali nuovi.
Cosa vuol dire?
Che è possibile recuperare fino al 50% della spesa sostenuta per il loro acquisto.
Vediamo nel dettaglio come richiedere il Credito d’imposta per l’acquisto di autocompattatori.
Alla fine del 2020, l’Agenzia delle Entrate ha confermato la possibilità di fruire del credito d’imposta per investimenti in beni strumentali nuovi modello “Industria 4.0” per l’acquisto di mezzi di trasporto speciali caratterizzati da funzioni automatizzate: autocompattatori, autospazzatrici, autobetoniere e betonpompa. Un chiarimento che apre scenari importanti per tutte le aziende che operano nel campo dei rifiuti urbani.
Quali sono i requisiti per usufruire dell’incentivo?
Gli autocompattatori 4.0 dovranno essere collegati al sistema informativo aziendale che consentirà in telemetria di avere in tempo reale una serie di parametri per valutare la tipologia di lavoro, gli intervalli di manutenzione, la logistica del mezzo. Cosa serve per avere un autocompattatore 4.0 in grado di beneficiare del Credito di imposta beni strumentali?
Un PLC dotato di sensori collegati alle attrezzature dell’autocompattatore che consente di avere dati su consumi, localizzazione, cicli di carico e scarico dei rifiuti, ore di lavoro, monitoraggio degli stili di guida, segnalazione delle anomalie di funzionamento e delle sicurezze.
L’incentivo è applicabile limitatamente alla parte “macchina”: per gli autocompattatori, al costo riferibile alle componenti e alle attrezzature idonee a realizzare lo specifico “lavoro” di raccolta e compattazione dei rifiuti.
Cosa fare per ottenere il Credito di imposta beni strumentali?
Per recuperare il 50% del costo sostenuto tramite credito d’imposta, deve essere prodotta una perizia tecnica semplice rilasciata da un ingegnere o da un perito industriale iscritti nei rispettivi albi professionali o un attestato di conformità rilasciato da un ente di certificazione accreditato, da cui risulti che i beni acquistati sono 4.0 e sono interconnessi al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura.
Esempio n. 2 Credito d’imposta per l’implementazione di nuove tecnologie
Le nuove tecnologie abilitanti sono finalizzate al miglioramento dei processi produttivi e alla riduzione degli errori in azienda. Vediamo come è possibile ottenere il credito d’imposta per questa tipologia di bene strumentale e di cosa si tratta.
Gli investimenti legati a soluzioni tecnologiche d’avanguardia, come quelle che consentono di utilizzare in azienda realtà aumentata o virtuale per migliorare i processi, riducendo errori e sprechi, possono essere oggetto di richiesta di credito per i beni strumentali.
L’agevolazione si declina in beni strumentali materiali tecnologicamente avanzati, con un credito d’imposta del 40% del costo dell’investimento fino a 2,5 milioni di euro, ridotto al 20% per la quota compresa tra 2,5 milioni e 10 milioni di euro, e beni strumentali immateriali funzionali ai processi di trasformazione 4.0, che riconosce un credito d’imposta del 15% nel limite massimo dei costi ammissibili pari a 700.000 €.
Ai fini dell’ammissibilità al credito d’imposta, l’effettivo sostenimento delle spese ammissibili deve risultare da apposita certificazione.
Leggi anche il nostro approfondimento relativo al credito di imposta per il sud.
Perché investire nelle nuove tecnologie conviene?
Le nuove tecnologie consentono di ridurre gli errori ma anche di accrescere i livelli di sicurezza sul lavoro, con attenzione anche all’ergonomia.
Le soluzioni proposte da Mare Digital, ad esempio, sono pensate proprio in quest’ottica, facilitando il lavoro degli operatori e al tempo stesso contribuendo a massimizzarne i risultati.
Vediamo alcuni esempi di soluzioni che possono beneficiare del Credito di imposta beni strumentali.
Banchi e postazioni di lavoro dotati di soluzioni ergonomiche in grado di adattarli in maniera automatizzata alle caratteristiche fisiche degli operatori, dispositivi wearable, apparecchiature di comunicazione tra operatore/operatori e sistema produttivo, dispositivi di realtà aumentata e virtual reality, interfacce uomo-macchina (HMI) intelligenti che coadiuvano l’operatore a fini di sicurezza ed efficienza delle operazioni di lavorazione o manutenzione.
Esempio n. 3 Credito d’imposta per l’Automazione del magazzino
Per le aziende che decidono di investire in questo segmento sono previste agevolazioni fino al 50% della spesa sostenuta.
Le imprese della logistica possono avvalersi del Credito di imposta per beni strumentali nuovi e beneficiare di numerosi vantaggi, a partire dal recupero del 50% attraverso imposte e contributo.
Le aziende possono farne richiesta per tutti quei beni che migliorano tecnologicamente le strutture per la produzione, i flussi di lavoro e lo stoccaggio delle merci.
Qualche esempio: carico/scarico; preparazione delle spedizioni; inoltro e consegna; attività accessorie di confezionamento, imballaggio, gestione dei pallet e etichettatura.
A questo si aggiungono altre condizioni favorevoli:
- immediatezza del recupero del credito;
- credito valido anche per le imprese che non generano utili;
- recupero del 74% del valore del bene acquistato;
- credito d’imposta cumulabile ad altri incentivi statali;
- credito d’imposta aggiuntivo per le aziende del Mezzogiorno.
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