Tra le risorse più preziose per un’impresa ci sono gli asset intangibili, da tutelare e valorizzare per arricchire competitività e attrattività del proprio business. Ma cosa sono e quali sono le strade per accrescere il valore di questi elementi? Ne prossimi paragrafi proviamo a fare chiarezza sui dubbi che caratterizzano molti imprenditori.
Asset intangibili, ecco di cosa parliamo
Marchi, brevetti, consulenza, innovazione. E ancora ricerca e sviluppo, diritti d’autore. Tutti questi aspetti che caratterizzano la vita delle grande imprese così come la quotidianità di quelle di piccole e medie dimensioni rientrano nella categoria degli asset (o beni) intangibili (o immateriale).
Non hanno consistenza fisica ma, il più delle volte, rappresentano il vero valore aggiunto per un’azienda, gli elementi capaci di marcare in modo netto una differenza con la concorrenza.
Tutti i servizi appartengono all’insieme dei beni immateriali. Hanno valore legale ed economico ma non possono essere visti o toccati. Il riconoscimento dei beni immateriali è molto diffuso in ambito industriale, scientifico e culturale.
Ora che abbiamo chiarito cosa sono sono gli asset intangibili, vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.
Più in generale si considerano asset intangibili, quelli:
di cui l’impresa stessa può disporre, o su cui può vantare un diritto esclusivo;
- che contribuiscono a determinarne il vantaggio competitivo;
- che ne accrescono il valore economico e finanziario;
- che hanno carattere di intangibilità;
- che, spesso, non sono valorizzati singolarmente dal punto di vista economico e finanziario;
- che non compaiono, salvo eccezioni, nei prospetti contabili.
Valorizzare gli asst intangibili, una scelta strategica
Anche se ancora troppo spesso le voci di bilancio relative agli asset intangibili coincidono con quelle dei costi, questi elementi sono imprescindibili per una azienda che vuole crescere e affermarsi sempre più quale leader di mercato e riferimento per il territorio in cui opera.
Valorizzare e gestire gli asset intangibili sta diventando un’attività sempre più strategica, con risultati trasversali che vanno da una migliore comunicazione verso banche e altri stakeholder esterni, al potenziamento di processi interni di pianificazione e controllo delle performance.
Ma come fare per valorizzarli al meglio?
La prima cosa da fare è assumerne consapevolezza. È possibile farlo con una corretta valutazione del patrimonio immateriale, una strada complessa, ricca di ostacoli ma da percorrere necessariamente per avere un quadro chiaro e completo delle proprie potenzialità. Uno strumento utile in tal senso è il Bilancio dell’Intangibile, che in realtà guarda oltre la contabilità del patrimonio intellettuale dell’azienda, diventando anche utile esercizio di monitoraggio nel tempo dei fattori che sono ritenuti le principali fonti di creazione di valore, compresi nel concetto complessivo di Capitale Intellettuale.
Ti aiutiamo a valorizzare gli asset intangibili della tua azienda, attraverso un metodo consolidato.
Bilancio dell’Intangibile
Si tratta di un vero e proprio documento di rendicontazione da affiancare al più noto Bilancio economico-finanziario. Quali le voci che lo compongono e che vanno a comporre il Capitale Intellettuale? Sono diverse, da suddividere in tre macro-categorie:
- il capitale relazionale, l’insieme di relazioni instaurate dall’azienda con il mercato. Ne fanno parte: i rapporti con i clienti, il loro grado di soddisfazione, l’immagine aziendale, la conoscenza e la diffusione del marchio;
- il capitale strutturale, le tecnologie di cui l’azienda dispone e le metodologie adottate nello sviluppo della propria attività. Parliamo di: processi, metodi e sistemi di valutazione del rischio e di gestione della forza vendita, solo per fare alcuni esempi;
- il capitale umano, costituito dall’esperienza collettiva, dalla capacità di affrontare e risolvere i problemi, dalle attitudini manageriali presenti in ciascun dipendente dell’azienda.
A differenza del Bilancio economico-finanziaria, non è l’accuratezza dei numeri l’aspetto fondamentale ma la comprensione della tendenza e della dinamica nella correlazione fra i principali fattori che determinano la creazione del valore.
Agevolazioni e incentivi fiscali, una strada per potenziare il patrimonio immateriale
Che si tratti di elementi indispensabili per la vita di un’impresa – e ancor più per quella di una pmi – lo dimostra anche la scelta del Governo di continuare a sostenere la crescita di questi asset attraverso agevolazioni ad hoc. È il caso, ad esempio, del Patent Box, un regime opzionale di tassazione per i redditi la cui determinazione dipende dall’utilizzo di un software protetto da copyright, di brevetti industriali, di disegni e modelli, ma anche di processi, informazioni derivanti dall’esperienza acquisita sul campo industriale commerciale o scientifico che siano giuridicamente tutelabili.
Verifica se la tua azienda ha i requisiti per accedere al regime agevolato Patent Box.
Ma è anche il caso del credito di imposta per l’acquisto di beni strumentali. Per gli investimenti in beni strumentali immateriali funzionali ai processi di trasformazione 4.0, in particolare, è prevista la possibilità di beneficiare di un credito d’imposta pari a 15% del costo nel limite massimo dei costi ammissibili pari a 700.000. Si considerano agevolabili anche le spese per servizi sostenute mediante soluzioni di cloud computing per la quota imputabile per competenza.
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