Beni strumentali, si conferma il Credito d’imposta per l’acquisto nel 2022.
Con la nuova Legge di Bilancio, qualcosa cambia sia in termini di aliquote sia in termini di strumenti. Due, in particolare, le principali innovazioni introdotte con le modifiche, interessano nello specifico l’elenco dei beni strumentali per l’industria 4.0: i macchinari per l’attività produttive e l’ambito relativo alle attività di ricerca e sviluppo per nuovi processi o prodotti.
Beni strumentali, quali sono incentivabili?
Vediamo quali sono i beni strumentali nuovi che danno diritto al Credito d’Imposta.
Il credito di imposta, che assorbe e sostituisce la vecchia misura del superammortamento fiscale con l’avvio del piano Nazionale Transizione 4.0 e non solo, fa riferimento a diverse tipologie di sostegno.
Tra questi, quelli destinati ai beni strumentali materiali tradizionali, si tratta di acquisti non legati a tecnologie 4.0 ma rientranti in una categoria destinata all’impresa di tipo tradizionale.
In particolare, sono agevolabili: veicoli commerciali, computer, stampanti, toner, arredi per ufficio, carriole, impalcature, macchinari agricoli, eccetera.
Credito di imposta per beni strumentali
Ma tornando al credito di imposta per i beni strumentali, tante le novità che interessano anche le aliquote per l’acquisto di tali beni. Il credito d’imposta, attualmente del 6%, sale con la Legge di Bilancio 2021 al 10%, con un massimale pari a 2 milioni per beneficiario.
L’incremento delle aliquote interessa anche i software non 4.0, dove la percentuale tocca il 10%, con tetto che si ferma però a 1 milione di euro. Ulteriore incremento, pari al 15%, spetta per beni funzionali allo smart working.
La misura è retroattiva ma le percentuali sono valide solo per gli investimenti effettuati nel corso del 2021, mentre tornano al 6% per il 2022.
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Cosa sono i beni strumentali?
Nella definizione di beni strumentali sono compresi tutti quei beni materiali e immateriali (attrezzature, impianti, marchi, brevetti) che le imprese adoperano per svolgere la propria attività. Sono pluriennali, vengono utilizzati per un periodo di più anni.
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Beni strumentali nuovi
Il credito di imposta interessa anche l’acquisto o il leasing di beni strumentali nuovi.
Gli investimenti per i quali viene riconosciuto il beneficio dell’agevolazione sono:
- Beni Materiali Strumentali Nuovi, di cui al comma 188, dell’art. 1, della Legge n. 160/2019 (beni ex super ammortamento);
- Beni Materiali Strumentali Nuovi, secondo il modello Industria 4.0, di cui al comma 189, dell’art. 1, della Legge n. 160/2019 (beni ex iper ammortamento);
- Beni Immateriali Strumentali Nuovi, secondo il modello Industria 4.0, di cui al comma 190, dell’art. 1, della Legge n. 160/2019 (beni ex iper ammortamento dei beni immateriali di cui all’Allegato B della cd. ‘Legge di Bilancio 2017’).
Le aziende devono essere ubicate in Italia e gli acquisti o il leasing effettuato tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2020 ovvero fino al 30 giugno 2021 a condizione che, entro il 31 dicembre 2020, il relativo ordine risulti accettato dal venditore e siano stati pagati acconti per almeno il 20% del costo di acquisizione.
Beni strumentali immateriali nuovi
Il credito d’imposta è riconosciuto anche per gli investimenti in beni immateriali nuovi strumentali all’esercizio d’impresa.
Questa tipologia di credito d’imposta spetta per gli investimenti riguardanti beni rintranti nell’Industria 4.0.
Le aliquote variano a seconda della tipologia di investimento: per i beni materiali funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale delle imprese secondo il modello “Industria 4.0” il credito d’imposta è pari al 40% del costo, per investimenti fino a 2,5 milioni di euro; al 20% per la quota eccedente e fino al limite massimo di 10 milioni di euro. Per i beni immateriali connessi a investimenti in beni materiali “Industria 4.0”, il credito d’imposta è pari al 15%, nel limite massimo di 700mila euro di costi ammissibili; per beni diversi, il credito d’imposta è pari al 6% del costo, nel tetto di 2 milioni di costi ammissibili.
Legge Sabatini: cosa è cambiato
La nuova regolamentazione, introdotta con l’articolo 16 della Manovra 2021, prevede l’erogazione della Nuova Sabatini in un’unica soluzione anche per i finanziamenti di importo superiore a 200.000 euro.
Si tratta di un contributo previsto dal Ministero della Sviluppo economico, calcolato in base al valore degli interessi sui finanziamenti, determinati in via convenzionale applicando un tasso annuo del 2,75% per gli investimenti ordinari e del 3,575% per gli investimenti in Industria 4.0.
Destinatarie della misura sono le micro, piccole e medie imprese, che potranno quindi agevolare l’acquisto di Beni strumentali materiali tradizionali.
Con la Legge di Bilancio 2021, il fondo destinato a questa agevolazione si attesta a 370 milioni di euro. La novità introdotta semplifica l’accesso al sostegno, portando l’erogazione da sei quote annuali a un’unica soluzione, facendo un passo oltre le prime modifiche introdotte con il decreto Semplificazioni.
Secondo i dati diffusi dal Mise, il sostegno previsto dalla Legge Sabatini è tra i più richiesti delle realtà del tessuto produttivo italiano. A novembre, ad esempio, l’importo del contributo statale prenotato è pari a 1.972.186.629 euro (il 92% delle risorse), per un totale di finanziamenti pari a 23.361.229.455 euro. L’agevolazione può coprire la spesa totale sostenuta dall’impresa e può anche essere affiancato dalla garanzia del Fondo per le PMI (fino all’80% dell’importo).
Ha durata massima di 5 anni e interessa investimenti compresi tra i 20 mila e i 4 milioni di euro.
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